Un racconto
La 'Pedagna' vista da noi
 
   

La Pedagnalonga del 25 Aprile 2004.

Arrivando, sul muro che delimita il campo sportivo, ci accoglie un messaggio:
"E' Primavera, e' Pedagnalonga, vieni anche Tu", c' e' il sole, tiepido, primaverile, l' aria e' odorosa di campagna, erba verde e fiori di campo. Non abbiamo difficolta' a parcheggiare, gia' centinaia di persone, adulti, bambini festosi, atleti che parteciperanno alla "agonistica" invadono il borgo, con calma ci dirigiamo verso i tavoli delle iscrizioni, numerosi e ben disposti.
C' iscriviamo, cappellini sorrisi e gadgets vari. Una fisarmonica suona i motivi di un tempo che fu. Il tempo di ambientarci, la benedizione di padre John e padre Toni e gia' si parte.
Gli atleti in testa, al via sfrecciano come il traguardo fosse dietro l?angolo. Noi non abbiamo fretta, con calma insieme ad altre 2000 persone festanti, iniziamo questo nostro particolarissimo "Slow Food Walk".
Dal centro del borgo per Via Cesare Battisti, a proseguire Via Pantani da Basso. Percorso il primo chilometro, svolta a sinistra, e gia' una prima lieta sorpresa. Entrati nel cortile, primo ristoro: Podere Muradore. Qui una decina di persone, capitanate dal buon Mario, fanno a gara per offrirci quanto da loro preparato e ristorarci con un buon caffe', the' caldo, e per i pi? piccoli succhi di tutti i gusti.
Si riparte. Ci inoltriamo nella campagna Muradore attorniati da galli e galline che schiamazzando rivendicano il loro diritto sulla proprieta'. Di seguito campagna Mastella1, Mastella2. Costeggiando un rio delimitato da altissimi alberi d?eucalipto, attraversando un ponticello, entriamo nella tenuta Romani. Un immenso prato in fiore! Cavalli, buoi, mucche, pecore, pascolano in appezzamenti di terreno delimitati. I bambini, estasiati, ci porgono mille domande. Percorriamo, con i piedi immersi nei fiori, il lungo tratto di campagna. Un ponticello, un ultimo tratto d' erba falciata di fresco, e percorso un tratto sulla Via Migliara 58, svoltiamo a sinistra sulla Via Mortola. Trecento metri ed ecco apparirci il secondo ristoro: Podere Carlot. Tutti alti, uomini e donne, come colonnelli, dietro il lungo tavolo, c' invogliano ad assaggiare dolci e panini farciti. Facciamogli i complimenti, il loro cuore si aprira' in mille sorrisi. Abbiamo sete: acqua, aranciata, the', e se ne abbiaamo il coraggio, vino moscato bianco spillato da caratteristiche botticelle di legno.
Proseguiamo, sull' altro lato della strada Bepi, con un gesto lento e sapiente saluta tutti. Svolta a destra, podere e campagna Luison. Li intravediamo intenti a raccogliere i prodotti della loro terra, ciao Claudiooo!. Un rettilineo, una salitella ed eccoci gia' sull' argine del fiume Botte. Percorrendolo cerchiamo con lo sguardo di intravedere qualche carpa o tinca che nuotano indifferenti a questo fiume umano che notano sopra di loro, se siamo fortunati potremmo intravedere qualche galletto di montagna, cicogna, anitra selvatica, che con un battito di ali fuggono da tanto chiasso.
Attraversiamo un ponte in cemento che con i suoi meccanismi di ferro, un tempo regolava i flussi (ricordiamoci che siamo nel cuore della Bonifica Pontina, poco distante potremmo vedere un fiume incanalato in una struttura in cemento armato che ne supera un altro passandogli sopra). Siamo nella campagna Migliori, a proseguire campagna Di Girolamo, famiglie votate all' allevamento del bestiame. Podere Di Girolamo: Primo spugnaggio agonistica.
Uscendo, un viale alberato con altissimi pini marittimi ci accompagna e ci immette nella via Migliara 57. Svoltiamo a sinistra, subito Podere Alonzi, dove Antonio, con un lieve cenno, di quelli che non si puo' far finta di non vedere, ci ricorda che nella prossima edizione nessuno potra' negargli l' allestimento di un nuovo punto di ristoro. Si cammina, in lontananza nei contorni del Monte Circeo, ci pare intravedere il profilo del viso della Maga Circe, astuta e bellissima donna, un tempo alle prese con il condottiero Ulisse ed i suoi guerrieri.
Proseguiamo nel regno degli eucalipto che delimitano e segnano le strade (alberi posti a dimora all' epoca della bonifica, con il compito di fungere da barriere frangivento). Sorpassando l' incrocio con Strada Capo dei Bufali, sentiamo uno strano odore di sudore affaticato, ci ricordiamo che di qui incrociano gli atleti, che lasciato il comune percorso all' altezza del podere Di Girolamo, allungano il loro, percorrendo Strada Capo Selce, via Migliara 56, giungono al secondo spugnaggio agonistica: podere Fava (Claudia, tenutaria ed indiscusso chef dell' omonimo Agri, con il suo mestolo incita con rinnovato vigore i partecipanti. Da quell? ingenuo gesto ? nata la tanto temuta, dagli atleti, leggenda, dello sprint di met? percorso, anche detto ?di Fava e Fuga?).
Incrocio localita' il Baraccone, Via Capo dei Bufali (terzo spugnaggio agonistica: podere Marostica). Noi non adepti a tali fatiche, a passo lieve, giungiamo al terzo ristoro, la banda del Podere Corrado. Ovoline fresche di giornata e, per chi ha sete, oltre alle normali bibite, puo' degustare l' ottimo accostamento ovoline - vino moscato, naturalmente bianco.
Ripartiamo, come si dice, "gasati", un altro tratto di 57, svolta a sinistra, Via Macchiarella, gia' in lontananza , dove la strada curva sulla sinistra, notiamo qualcosa di strano, fiamme s' innalzano e volteggiano. Non osiamo pensare cosa ci aspetta. Avvicinandoci scorgiamo il cartello quarto ristoro. Timorosi, veniamo attratti verso quel luogo e, giuntivi, completiamo la lettura del cartello, Podere Gennari/Don?, visti tutti quegli "gnomi" del bosco capitanati dall' Oriano, brutte facce che ci attirano a loro, il sangue ci si raggela, ma subito dopo si riscalda alla visione delle botticelle contenenti vino moscato bianco e vino cabernet rosso. Su enormi graticole cuociono salsicce sopraffini: le mogli degli "gnomi" si danno un gran da fare per confezionarle con pane fresco e vari contorni.
Barcollanti ripartiamo. Scorgiamo ai limiti della strada una fontanella improvvisata con acqua limpida che sgorga. Guarda caso la tubazione da cui esce l' acqua e' allacciata ad una sorgente all' interno di un' abitazione, forse a volerci far capire, che la Pedagna e' nel cuore di tutti i borghigiani e, senza voler apparire, ognuno di loro partecipa all' organizzazione come pu? affinche' la manifestazione riesca al meglio.
Lungo il nostro tragitto, d' un tratto scorgiamo un signore di mezza eta', sorride, e mentre sorride, due grossi lacrimoni di gioia gli scendono lungo le guance. Ci informiamo, nessuno vuole svelarci il segreto, non ci resta che chiedere all' interessato. Dice di chiamarsi Loris, anche detto il "Bersagliere". Dopo insistenze confessa: 'La Pedagna la abbiamo creata noi, Io, Erminio, Pupo, in una dolce domenica di gennaio di tanti anni f?. Subito nostri amici si sono uniti all' avventura. Nacque il circolo "Noi Hermada". Adesso, passato di mano il testimone, sono felice, perche' abbiamo trovato nella Associazione Pedagnalonga, dei validi sostituti. Dopo gli iniziali timori, mi accorgo che questi ragazzi proseguono nella strada indicata da noi, e con i nostri insegnamenti, organizzano la Pedagna nel migliore dei modi'.
Avanti, riincrociamo Via Capo dei Bufali, come gi? detto strada di sudori, ci stiamo riavvicinando al borgo, ma la strada curva di brutto ed eccoci sulla via Guardiola ed ? subito Traguardo dei bambini, (quarto spugnaggio agonistica) solerti donne dopo aver fatto dissetare i bambini, consegnano loro i vari doni mentre il clown della Pedagna, ad ognuno consegna lo zucchero filato prodotto dalla sua magica macchina.
Ripartendo intravediamo la Vilma, capo posto del traguardo e socio fondatore dell' Associazione, (ha passato notti insonni per assemblare tutti i pettorali, cosi' si chiamano i numeri che abbiamo fissati sul petto, colpa d' Albino che li consegna sempre all' ultimo istante, quasi volesse fargli un dispetto!) stanca, stravaccata su di una sedia, ai non piu' attenti pare stia dando direttive per gestire al meglio la postazione. I bambini, dissetati e rinvigoriti, vogliono tutti continuare il percorso, anche quella decina trasportati dalle mamme sui passeggini.
Si va avanti, gli alti eucalipto, onnipresenti, ombreggiano il percorso. Si sente un vociare, il nostro gruppo non e' sicuramente tra i primi, arriviamo al quinto ristoro: Podere Pozzato/Trevisan. Ragazzi ed adulti seduti, distesi sul prato degustano i rigatoni al sugo di carne, gia' dai piu' soprannominati "i rigatoni di Pozzato". Per merito di questa pietanza negli ultimi anni, sono raddoppiati i partecipanti alla manifestazione. C' e' un po' di fila in quanto la pasta e' cotta rigorosamente al momento. Una spolverata di parmigiano ed anche noi adagiati sul prato, assaporiamo. Notandoci, l' incaricato all' abbeveraggio viene a porgerci il dolce calice, bianco o rosso che sia. Dopo esserci complimentati con i cuochi, con la distribuzione e con il signore che ha percorso varie volte il tragitto tra le botticelle e la nostra postazione, proviamo a ripartire.
E sono di nuovo prati in fiore, campagna Marcuzzi. Entriamo con il percorso all' interno della proprieta', sesto ristoro: podere Marcuzzi. Gelato ai vari gusti a non finire, ed anche qui un' altra piccola sosta, sdraiati sul prato, chiacchierando con altri gruppi di partecipanti, conosciuti tre ristori fa, ma gia' come fossero di famiglia. L' Associazione gia' da anni, ha posto in palio un ambito trofeo per chi riuscira' a convincere quella ragazza che sta consegnando i gelati, capelli scuri, che a nessuno nega un sorriso, a volerci inebriare con dolcissime musiche provenienti dal suo amato strumento, la sua meravigliosa Arpa. (Qualcuno quest' anno ci riuscira').
Volteggiando a mezz' aria, accompagnati da quel dolcissimo suono, dopo un piccolo tratto di Migliara 58, siamo nella strada Macchia di Piano II. La percorriamo tra alberi e mimose in fiore e un festoso addobbo di bandiere italiane poste lungo tutta la strada (grazie Federico?.. grazie Danilo). D' un tratto una forza misteriosa e invisibile ci frena dinnanzi ad una casa. Immobili, ci sembra sentire dei canti?. un odore?..un sapore?.. "Vera porchetta casereccia offerta dal Ristoro Fonditore", Un vago ricordo, un sogno, solo un piacevole sogno.
Proseguiamo. Nei tratti in rettilineo alziamo lo sguardo, davanti a noi una miriade di partecipanti, ci volgiamo indietro? altrettanti. Ma come? non siamo soli? A seguire Via Circondariale. Altre mimose, un saluto alla famiglia Semenzato. Sorridono sotto i loro folti baffi, gli uomini, perche' sanno che uno dei ristori piu' ambiti, il prossimo anno tocchera' a loro. Avanti! un odore familiare misto al profumo dei fiori c' invade, e piu' andiamo avanti piu' si fa intenso e riconoscibile. Settimo ristoro: (quinto spugnaggio agonistica) Podere Forzelin ?tempio della lussuria?. Qui oggi comandano le donne di casa, veri chef. Loro la scelta importante dei prodotti da cucinare (La signora Emilia, "capo sciamano", si raccomanda: "i fagioli devono essere quelli di Gabriele"), dei tempi di cottura, quali sostanze e profumi aggiungere. Nessuno riesce a scoprire i loro segreti culinari! L' intero gruppo Forzelin ci accoglie sorridente e c' invita a degustare fagioli con cotiche e cotechiino di maiale casereccio, il tutto annaffiato dal vino gia' famoso, e' peccato mortale rifiutare! Una fisarmonica, un assaggio di vino e? tutti sull' aia a ballare. il cantante, nonche' insegnante di ballo ufficiale della manifestazione, nostro per sempre amatissimo Antonio, scandisce il ritmo.
E' nata una strana e folta famiglia: i partecipanti che invadono tutto il percorso, i borghigiani che gestiscono i posti di ristoro, i borghigiani che abitano lungo il percorso che a nessun partecipante negano un saluto ed un incitamento, i membri dell' Associazione Pedagnalonga.
Passeggiando, svoltiamo a sinistra: Strada Macchia di Piano I. Un tratto in salita, siamo leggermente stanchi ma non vorremmo finisse. Camminando e discorrendo quasi non ci accorgiamo dell' ottavo ristoro: Podere Sicignano. In un lungo tavolo, come s? suol dire, caffe' ed ammazzacaffe' per tutti i gusti. Il prode Umberto (amabilmente servito dal suo fidato menestrello Marcello) dal suo trono viaggiante dirige e vigila che tutto vada al meglio, e tutto va al meglio!. Intanto si e' familiarizzato e ci si scambiano indirizzi e saluti.
Lasciamo la strada, entriamo nella campagna Tombolillo ed a seguire campagna Ballerini. Serre ai lati del percorso per la coltivazione intensiva d' ortaggi. Siamo gia' nell' abitato di Borgo Hermada. Ormai la fila si e' allungata, ogni gruppo arriva per proprio conto. Ci avviciniamo al centro storico ed al traguardo anche detto nono ristoro: Piazza IV Novembre, Qui i volenterosi soci dell' Associazione (Franco, Augusto, Albino, Salvatore, Roberto Umberto, Vilma, Piergiorgio, Sandro, Bruno, Gabriele, Pasqualino) ci stanno tutti aspettando nel loro stand. Attenderanno che anche l' ultimo partecipante, anche se in ritardo e fuori tempo massimo, magari al tramonto, arrivi, e ad ognuno una pacca sulla spalla, un sorriso, un "come ? andata?" Quindi bibite per dissetare, un goccio, ma solo un goccio di vino per brindare, la riconsegna del pettorale, il coccio ricordo della manifestazione, un abbraccio, un arrivederci alla prossima edizione!
Tornate! La 35a sara' memorabile.

Franco Alessandro Guarnieri
Presidente dell' Associazione Pedagnalonga